Di seguito proponiamo un articolo dell'Avv. Enrico Viola pubblicato sul Corriere del Giorno il 6 febbraio us. :
"Avevamo
pensato di titolare questo scritto: “Povera Taranto senza popolazione!” ma poi
- dopo la conferenza dell’1 febbraio u.sc. del prof Leonardo Becchetti alla Cittadella delle Imprese il quale,
rispondendo ad una domanda, ha acceso gli animi con l’invito ad agire
collettivamente, come popolazione della città, per pretendere che nella vicenda
ILVA venga attuato l’obiettivo
dell’equilibrio tra salute e lavoro – è nata una speranza. Ha precisato che è
l’unico obiettivo utile alla popolazione, ciascuno degli altri due risponde ad
interessi di altri. Ma la popolazione dovrà mostrarsi unita e decisa.
Il prof.
Becchetti, com’è noto, è una grande economista a livello mondiale ed ha
teorizzato ma anche attuato l’economia sociale che, in estrema sintesi, è la
ricchezza che può nascere dalle iniziative sociali non necessariamente
economiche. E’ venuto a Taranto su invito del Centro Studi “Lazzati” ed ha
illustrato la sua dottrina ad una sala colma
di uomini di cultura e di giovani interessati, particolarmente della
Summer School di Economia Civile ( http://economiaciviletaranto.blogspot.com ).
La sollecitazione del professore è stata la prova che la nostra
piaga è così evidente che la vede anche
chi è di passaggio. La piaga è la divisione della popolazione che perciò resta
inerte sino ad apparire inesistente. Per la vicenda ILVA si sono attivati
soltanto gli ambientalisti pretendendo a qualunque costo l’eliminazione
dell’inquinamento atmosferico ed è prevalsa l’alternativa o pulizia dell’aria,
ritenuta equivalente a tutela della salute, o lavoro. La Procura della
Repubblica ha fatto una graduatoria: al primo posto la salute e molti hanno
pensato che quello fosse il suo obiettivo e non invece l’accertamento del reato
che per legge è l’obiettivo diretto. Quindi il sequestro del corpo del reato
pari a migliaia di tonnellate di
acciaio, che ha causato disoccupazione e danno economico, a molti è apparso
un percorso scelto per tutelare la salute invece è per potenziare il quadro accusatorio. Soltanto
pochi a Taranto, tra cui chi scrive (Corgiorno del 9.10.12 ), hanno creduto che
la soluzione fosse nell’equilibrio tra i valori ambiente e lavoro ed hanno
paventato che si arrivasse ad ingorghi istituzionali come purtroppo è accaduto.
Anche una voce importante si è levata a favore del punto di equilibrio tra i
valori, quale il Vescovo di Taranto, sin’ora l’unica espressione politica (nel
senso etimologico), che ancora oggi a Taranto incoraggia a credere in tale
soluzione. Ma il vento contrario è forte anche perché per alcuni è una
preziosa occasione per apparire difensori della salute e la popolazione è
smarrita. Anche i leader politici non prendono posizione per non perdere
consensi. In questo quadro, accanto al prof. Becchetti, sono suonate come
tromba di risveglio le conclusioni dell’on. Amalfitano che ha evidenziato con
precisi riferimenti storici e culturali il pericolo del silenzio della
popolazione e da quì l’incitamento alle forze politiche di battersi per la
difesa degli interessi della città.
La soluzione
è a portata di mano, il punto di equilibrio esiste ed è stato espresso con il
mezzo più autorevole e legittimo ed è appunto l’Autorizzazione Integrata
Ambientale che è l’individuazione a livello europeo di misure per la tutela
della salute e prescritte espressamente, con la partecipazione di tutte le
istituzioni responsabili, per l’ILVA di Taranto. Ma esse, benché impongano all’ILVA
di anticipare al 2012 le misure di prevenzione previste per il 2016, sono
contestate per vari interessi e la popolazione nemmeno è consapevole che la
soluzione già esiste. Il punto di equilibrio tra i due valori sul quale
dobbiamo insistere per l’attuazione viene, con enorme superficialità ed
irresponsabilità, valutato discrezionalmente come se si trattasse di una
partita di calcio e non di un risultato di sintesi tra varie competenze
istituzionali. Questo è il vero pericolo: la mancanza di conoscenza e la
confusione. Utilissimo per acquisire conoscenza obbiettiva è il recentissimo
libro di Raschillà “Al di là degli altiforni”. Chi vuole affrontare l’argomento
deve leggerlo. La fame di migliaia di persone è vicina perché la disoccupazione
porta fame ed invece molti disquisiscono senza alcuna competenza specifica del
vasto e complesso problema tecnico che non ha precedenti di quelle dimensioni
in Europa e forse del mondo. Però spetta innanzitutto agli uomini di cultura
come quelli che erano presenti alla
Subfor portare chiarezza perché la popolazione si attivi per la conclusione di
questo dramma. Potrebbe anche proporsi in contropartita un riconoscimento
economico del danno sanitario a tutta o parte della popolazione. La Regione ha
già legiferato. "
Enrico Viola
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