mercoledì 6 febbraio 2013

GRAZIE PROF. BECCHETTI





Di seguito proponiamo un articolo dell'Avv. Enrico Viola pubblicato sul Corriere del Giorno il 6 febbraio us. :


"Avevamo pensato di titolare questo scritto: “Povera Taranto senza popolazione!” ma poi - dopo la conferenza dell’1 febbraio u.sc. del prof Leonardo Becchetti alla Cittadella delle Imprese il quale, rispondendo ad una domanda, ha acceso gli animi con l’invito ad agire collettivamente, come popolazione della città, per pretendere che nella vicenda ILVA venga attuato  l’obiettivo dell’equilibrio tra salute e lavoro – è nata una speranza. Ha precisato che è l’unico obiettivo utile alla popolazione, ciascuno degli altri due risponde ad interessi di altri. Ma la popolazione dovrà mostrarsi unita e decisa. 
Il prof. Becchetti, com’è noto, è una grande economista a livello mondiale ed ha teorizzato ma anche attuato l’economia sociale che, in estrema sintesi, è la ricchezza che può nascere dalle iniziative sociali non necessariamente economiche. E’ venuto a Taranto su invito del Centro Studi “Lazzati” ed ha illustrato la sua dottrina ad una sala colma  di uomini di cultura e di giovani interessati, particolarmente della Summer School di Economia Civile ( http://economiaciviletaranto.blogspot.com ). 
La sollecitazione del professore è stata la prova che la nostra piaga  è così evidente che la vede anche chi è di passaggio. La piaga è la divisione della popolazione che perciò resta inerte sino ad apparire inesistente. Per la vicenda ILVA si sono attivati soltanto gli ambientalisti pretendendo a qualunque costo l’eliminazione dell’inquinamento atmosferico ed è prevalsa l’alternativa o pulizia dell’aria, ritenuta equivalente a tutela della salute, o lavoro. La Procura della Repubblica ha fatto una graduatoria: al primo posto la salute e molti hanno pensato che quello fosse il suo obiettivo e non invece l’accertamento del reato che per legge è l’obiettivo diretto. Quindi il sequestro del corpo del reato pari a migliaia  di tonnellate di acciaio, che ha causato disoccupazione e danno economico, a molti  è  apparso un percorso scelto per tutelare la salute invece è  per potenziare il quadro accusatorio. Soltanto pochi a Taranto, tra cui chi scrive (Corgiorno del 9.10.12 ), hanno creduto che la soluzione fosse nell’equilibrio tra i valori ambiente e lavoro ed hanno paventato che si arrivasse ad ingorghi istituzionali come purtroppo è accaduto. Anche una voce importante si è levata a favore del punto di equilibrio tra i valori, quale il Vescovo di Taranto, sin’ora l’unica espressione politica (nel senso etimologico), che ancora oggi a Taranto incoraggia a credere in tale soluzione. Ma il vento contrario  è  forte anche perché  per alcuni  è  una preziosa occasione per apparire difensori della salute e la popolazione è smarrita. Anche i leader politici non prendono posizione per non perdere consensi. In questo quadro, accanto al prof. Becchetti, sono suonate come tromba di risveglio le conclusioni dell’on. Amalfitano che ha evidenziato con precisi riferimenti storici e culturali il pericolo del silenzio della popolazione e da quì l’incitamento alle forze politiche di battersi per la difesa degli interessi della città.



La soluzione è a portata di mano, il punto di equilibrio esiste ed è stato espresso con il mezzo più autorevole e legittimo ed è appunto l’Autorizzazione Integrata Ambientale che è l’individuazione a livello europeo di misure per la tutela della salute e prescritte espressamente, con la partecipazione di tutte le istituzioni responsabili, per l’ILVA di Taranto. Ma esse, benché impongano all’ILVA di anticipare al 2012 le misure di prevenzione previste per il 2016, sono contestate per vari interessi e la popolazione nemmeno è consapevole che la soluzione già esiste. Il punto di equilibrio tra i due valori sul quale dobbiamo insistere per l’attuazione viene, con enorme superficialità ed irresponsabilità, valutato discrezionalmente come se si trattasse di una partita di calcio e non di un risultato di sintesi tra varie competenze istituzionali. Questo è il vero pericolo: la mancanza di conoscenza e la confusione. Utilissimo per acquisire conoscenza obbiettiva è il recentissimo libro di Raschillà “Al di là degli altiforni”. Chi vuole affrontare l’argomento deve leggerlo. La fame di migliaia di persone è vicina perché la disoccupazione porta fame ed invece molti disquisiscono senza alcuna competenza specifica del vasto e complesso problema tecnico che non ha precedenti di quelle dimensioni in Europa e forse del mondo. Però spetta innanzitutto agli uomini di cultura come quelli  che erano presenti alla Subfor portare chiarezza perché la popolazione si attivi per la conclusione di questo dramma. Potrebbe anche proporsi in contropartita un riconoscimento economico del danno sanitario a tutta o parte della popolazione. La Regione ha già legiferato. "   

Enrico Viola

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